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MUSEO VENANZO CROCETTI
Via Cassia, 492 - 00189 ROMA
Inaugurazione sabato 3 marzo 2018, ore 18.00
Le opere rimarranno esposte presso il Museo Crocetti
da sabato 3 a giovedì 15 marzo 2018
orari di apertura: 11.00-13.00 / 16.00-19.00


I SEGNI DEL DESERTO
Il percorso artistico di Paolo Montalbano
di Lorenzo Canova
"6 dicembre 1939, Paolo Montalbano nasce a Tripoli, città coloniale in terra di Libia, terra di luce rovente a metà tra i riflessi accecanti del sole sul mare e le sabbie incombenti del deserto. Montalbano trascorre i suoi primi anni di vita in questa città quasi irreale, dove la polvere e il vento che attraversano i vicoli ombrosi della Medina e l’Arco di Marco Aurelio, città di bianchi assoluti, di geometrie classiche e islamiche si imprimono come un marchio sul cielo, il respiro del deserto è palpabile: i segni sulle sue dune, i suoi villaggi, le palme, le oasi e il suo splendore che annulla ombre vengono assimilati dall’artista come un nutrimento e i loro ricordi, mescolati al sentimento del mare e alla nostalgia per il luogo di nascita, torneranno a visitarlo molte volte negli anni succesivi, quando nel suo viaggio sceglierà la lucentezza dell’alluminio o quando userà la pittura come medium privilegiato della sua volontà espressiva in un lavoro di forte matrice politica e civile.
Nei suoi appunti autobiografici Montalbano ricorda la sua precoce attività artistica già in terra di Libia: «ho operato nel campo delle arti dall’età di quindici anni avendo frequentato la scuola d’arte orafa Benvenuto Cellini di Tripoli», una memoria che si legherà poi ai suoi studi presso l’Istituto d’Arte di Catania dopo l’arrivo in Italia. Gli studi di oreficeria rappresentano la matrice della prima fase dell’opera di Montalbano, in cui passerà dall’Informale a una personale declinazione della linea analitico-cinetica, tra memorie optical e rigore geometrizzante, ma la Libia sarà decisiva, come flusso della memoria anche per la seconda grande fase dell’artista, dove una pittura prima astratta e poi iconica lo riporterà alle immagini della sua infanzia nordafricana e ai deserti delle sue terre native, con una nuova lucentezza della stesura che abbandonerà la monocromia per esplodere in un colorismo intenso che appare attraversato da un velo di luce abbacinante simile a quello del meriggio su Tripoli."